Quando nel 2009 Marika entra nell’azienda di famiglia non tutto per lei girava al meglio. Un diploma di ragioniera e l’ambizione di crearsi un proprio percorso si scontravano in quel periodo con il cinismo e le difficoltà del mondo lavorativo che, dopo le prime esperienze, la misero suo malgrado alla finestra.
Siamo a Castelplanio nel cuore delle Marche. Qui, in un fazzoletto di terra chiamato Monte Deserto, Marika ha mosso i suoi primi passi tra le vigne seguendo le gesta di papà Pierluigi, ammirandone l’arte e il mestiere ma anche sognando di poter vivere da grande con la sua stessa passione quotidiana.
Il fare contadino t’insegna il senso del sacrificio, il rispetto per la terra e l’accettazione di tutte quelle asperità da superare che sono alla base della vita di tutti noi. Affrontare gli eventi con tempismo e senso pratico è una necessità per chi intende generare vita dalla terra e forse è proprio in quelle lunghe giornate con papà, dai suoi esempi positivi, che sono germogliati in lei quei valori da preservare per sempre.
Sacrificio, passione e continua voglia d’innovare.
Va detto che Marika, da giovanissima, non immaginava per lei una vita in campagna, vedeva qualcosa di diverso all’orizzonte, un lavoro allo stesso modo appagante ma non per forza così arduo ed incerto da affrontare. Un qualcosa che però, finiti gli studi, non è mai arrivato.
La via che porta ai risultati più alti è sempre piena di ostacoli ed ecco, che proprio nelle difficoltà lavorative degli inizi, Marika ha reagito decidendo di ascoltare la propria anima. La chiave del suo rilancio è stata attingere alle sue origini, ai giusti insegnamenti visti ed appresi in famiglia, è lì che ha trovato linfa vitale per riprendere il cammino verso la via della propria realizzazione personale.
Comprendere di voler rientrare in famiglia dopo le prime esperienze in altri settori è stata la svolta cruciale di una strada ancora lunga da percorrere ma ben diretta da quel suo spirito vitale che tutti le riconoscono. Chiacchierare con Marika infatti significa prima di tutto immergersi nella sua contagiosa voglia di vivere.
La storia di oggi è quella di una ragazza innamorata del suo lavoro e che ha deciso di affiancare il padre nell’accudire la propria terra accettando pienamente tutti i risvolti dell’essere contadina, le rinunce, i sacrifici, le difficoltà improvvise ma anche il poter apprendere tutti i giorni qualcosa di nuovo, in vigna, in cantina e nel rapporto con chi apprezza i loro vini.
Una scelta giusta corredata da un solo rimpianto, quello di non averci provato prima. Sì, perché vedere la gratitudine nello sguardo luminoso di papà è il migliore dei carburanti possibili, qualcosa che la rende orgogliosa ed appagata.
Lavorare in vigna le permette di contemplare tanta bellezza come quella che traspare dai levigati tratti della collina di Monte Deserto che, in quanto a fascino si difende bene; provare un tramonto per credere; ma del resto tutte le Marche sono un territorio meraviglioso da scoprire, al centro del Belpaese.
Se vuoi fare la vignaiola sai che non c’è giorno dove non vi sia da affrontare qualcosa dentro o fuori la cantina ma, dovendo proprio scegliere, Marika predilige ritrovarsi tra i filari perché percorrere una strada in completa simbiosi con la bellezza che ti circonda, in fondo, significa anche far del gran bene a se stessi.
Le proprietà dell’azienda agricola Socci si estendono per poco meno di 4 ettari, posti mediamente a 350 metri di altitudine con vitigni di quasi 40 anni. È in questi giardini che Marika trova una “scuola a cielo aperto” dove lo spirito dell’apprendista non deve abbandonarti mai; del resto l’esperienza non si compra e chi ha decine di vendemmie alle spalle ha sempre qualcosa di nuovo da raccontarti. Prendere appunti continui e formarsi sul campo è la migliore delle vie per chi vuol veramente guardare lontano.
Il Verdicchio.
Eccellenza marchigiana dei vini bianchi, può presentarsi in tantissime sfaccettature grazie ai diversi territori di appartenenza ma anche per la maestria dei vignaioli che sanno cogliere l’attimo della perfetta maturazione nonché degli enologi che, grazie alla sua versatilità, ne vinificano le uve con approcci molto diversi tra loro ma sempre efficaci.
I suoi grappoli variano dal classico verdolino al giallo dorato intenso e conferiscono un forte potenziale per produrre vini di grande longevità, freschissimi, complessi all’olfatto e caratterizzati da un inconfondibile finale sapido e ammandorlato.
Le principali zone di coltivazione sono quella dei Castelli di Jesi (Ancona) e un’area più ristretta nel comune di Matelica (Macerata); il primo “vede il mare” il secondo “vede la montagna” con terreni e climi diversi tra loro. In queste due zone il Verdicchio si differenzia per il maggior corpo in quello dei Castelli di Jesi e per il ricco olfatto in quello di Matelica dove generalmente si vendemmia più tardi.
Il vino più identitario della cantina Socci è il Deserto, un Verdicchio che prende il nome della collina dove le radici delle proprie vigne vanno ad estrarre l’anima geologica di quei clivi adagiati tra gli Appennini e l’Adriatico, un terreno prezioso costituito in prevalenza da argille calcaree.
Deserto viene prodotto da tre generazioni, una storia ed evoluzione continua che oggi porta a raccogliere una selezione delle migliori da vinificare con approccio tradizionale; fermentazione in contenitori di acciaio e/o vetroresina a temperatura controllata per circa 20 giorni prima del ciclo d’affinamento che si conclude in bottiglia.
Degustarlo è la porta d’ingresso a tutto il valore di una famiglia che da tempo ha sposato questa terra come propria dimora, un ambiente genuino da restituire nei loro calici.
Veri appassionati di vino, a casa di Marika, si è sempre benvenuti!
Post di: Emanuele Ciot
Con questa storia consiglio:
🎵 Sting, All this time
📍 Tempio di Valadier, Genga (Ancona)