Esplorare il cuore del Chianti significa sfogliare la storia più profonda della nostra enologia nazionale, un territorio rigoglioso, di antica denominazione, dove la produzione del vino è regolamentata fin dai tempi remoti della Repubblica di Firenze.
Siamo nelle campagne di Cerreto Guidi (FI), un antico borgo medioevale situato nei pressi di Vinci a nord del fiume Arno; Colle Adimari è la cantina condotta dai fratelli Virginia e Niccolò Rossetti, artigiani del vino contaminati da una passione ereditata dal nonno e dal padre. È qui, tra queste terre, che si trova la porta d’accesso per Vinando a questa grande regione vinicola; una opportunità questa che nasce da un recente incontro che ho avuto, all’ultimo Vinitaly, con i due giovani produttori.
Virginia, ragazza intraprendente cresciuta tra le colline del Montalbano, dopo la laurea in marketing vive per qualche anno delle esperienze lavorative in Italia ed all’estero per poi rientrare nel 2015 e decidere con il fratello più giovane, enologo, di “mettersi in gioco” prendendo occupandosi dei vigneti di famiglia.
Partendo dall’attività dei loro predecessori centrata esclusivamente sulla vendita di vino sfuso ed al commercio dei sottoprodotti dell’uva i due intraprendono un percorso di rinnovamento integrale dell’azienda portando come priorità una sapiente gestione agronomica dei loro circa 15 ettari in proprietà. A supportarli quotidianamente ci sono gli amici di famiglia Marco e Jacopo che, come loro, sono cresciuti in campagna coltivando la passione per l’attività agricola.
Tante le idee iniziali che si aggiungono alla consapevolezza di dover tracciare con chiarezza la strada da intraprendere seguendo una strategia ben definita; la scelta di partenza è quella di concentrare particolari energie sulla valorizzazione dei vigneti, sul governo della terra, di non lasciare nulla al caso lì dove tutto nasce. Arriveranno in tempi successivi un parziale rinnovamento degli strumenti in cantina e l’organizzazione di un’innovativa area commerciale che ha portato alla nascita della prima linea di bottiglie firmata Colle Adimari come sintesi di tante scelte coraggiose confluite in un progetto che ora è in continua evoluzione.
In questo percorso cruciale è stato, e lo è ancora, il ruolo del padre che, con lungimiranza e grande consapevolezza, non ha mai interferito nelle scelte dei figli permettendo loro di crescere in fretta acquisendo diverse e solide competenze soprattutto passando dai propri personali errori.
Il passaggio generazionale di una attività famigliare è sempre una fase complessa, una opportunità ma nel contempo anche una notevole assunzione di rischio per i giovani subentranti considerato che, ad oggi in Italia, solo il 30% delle attività sopravvive alla seconda generazione. Sono questi i motivi per i quali, ad imprenditori come Virginia e Niccolò va reso il merito dell’essersi messi in gioco con quel coraggio e spirito positivo che, per molti motivi, è sempre più difficile da riscontrare nei loro coetanei.
Colle Adimari nasce in un territorio dalla grande tradizione vinicola, ma storicamente dedito più al conferimento delle uve e/o alla produzione di scala piuttosto che alla valorizzazione specifica dei propri vini come avviene invece in altre rinomate aree della Toscana. In prospettiva grande è quindi il potenziale ancora da sviluppare sia in campo enologico sia nel settore della ricettività enoturistica che, in questa fase di sviluppo iniziale della cantina, trova particolare riscontro nella suggestiva offerta settimanale delle “degustazioni al tramonto”.
Dici Toscana e pensi al Sangiovese, grande vitigno dalle mille sfumature in grado di esprimere alcuni dei più pregevoli vini Italiani tra i quali il Brunello di Montalcino; i vini di Virginia e Niccolò tendono ad avere buoni tratti di freschezza proponendo uno stile che ne agevolano l’accesso ai consumatori meno ricorrenti ed esperti pur mantenendo un equilibrio ed una finezza sempre di alta caratura.
Dici Toscana e pensi al Sangiovese, grande vitigno dalle mille sfumature in grado di esprimere alcuni dei più pregevoli vini Italiani tra i quali il Brunello di Montalcino; i vini di Virginia e Niccolò tendono ad avere buoni tratti di freschezza proponendo uno stile che ne agevolano l’accesso ai consumatori meno ricorrenti ed esperti pur mantenendo un equilibrio ed una finezza sempre di alta caratura.
Il Sangiovese in purezza è una novità abbastanza recente nella storia di questi territori tradizionalmente dediti alla creazione di blend, con altri vitigni autoctoni, per la produzione dei propri vini rossi. Con l’evoluzione tecnica e il miglioramento delle selezioni clonali oggi questo vitigno si può esprime a grandi livelli e con buone caratteristiche evolutive anche ”correndo da solo” mettendo così in luce tutte le sue migliori peculiarità qualitative e territoriali. In questa direzione le interpretazioni di Colle Adimari sono ben tre; uno fresco d’annata con uve da vitigni giovani (Due su due), uno senza aggiunta di solforosa (Liber) ed uno più classico con selezione di uve da vigne antiche e affinamento in legno (La Riserva).
Uno staff di ragazzi giovani quindi, emblema di vite dedicate al lavoro della terra ed alla produzione del vino, storie personali fatte di simbiosi tra passione e lavoro, di voglia d’intraprendere sapendo che il percorso potrebbe riservare difficoltà frustranti da superare ma anche soddisfazioni uniche.
Noi di Vinando siamo con Virginia, Niccolò e con tutti quelli che, come loro, decidono di mettersi in gioco inseguendo il proprio sogno.
Post di: Emanuele Ciot
Con questa storia consiglio:
🎵 The Greatest Discovery – Elton John
📍 Museo Leonardiano – Vinci (FI)