Quando il mondo del vino inizia a conquistarti e realizzi che in fondo nell’essenza di ogni cantina ci sono innanzitutto loro, i vignaioli, diventa naturale voler partire dalle loro storie per avere accesso a questa cultura straordinaria direttamente dalla porta principale, quella della passione.
Quante volte siamo rimasti affascinati dalle metafore di vita legate alla narrazione del vino? Immaginate poi di imbattervi un giorno in un’azienda che si chiama “Tralci di vita” come è successo al sottoscritto facendo delle ricerche sui territori del vino… beh diventa difficile non voler appagare la propria sete di curiositá.
Il Vinando DOC è un esploratore curioso.
Piove, domenica pomeriggio uggiosa, chi te lo fa fare d’uscir di casa? Eccomi infatti che prendo l’auto e, in un paio d’ore, raggiungo Torreano, un piccolo paese in provincia di Udine, sì perchè esplorare significa anche viaggiare, andare ad approfondire di persona con il bello ed il cattivo tempo. A proposito qui gli scrosci sono di casa, basti pensare che su queste terre cadono quasi 4 m di pioggia all’anno. Ma ne riparleremo.
Siamo nei colli orientali del Friuli.
Mi ritrovo a due passi dal noto borgo medioevale di Cividale del Friuli; ad attendermi Massimo Causero e Maria Chiara Della Pietra una giovanissima coppia che mi accoglie nella loro casa/cantina. Una dimora semplice ma ospitale, immersa nelle vigne, protetta a Nord da una cintura di colli boschivi e sorvegliata dallo scorrere perenne del vicino fiume Chiaró.
Ci ritroviamo in tre, protetti dall’ampio portico di questa casa di compagna ai piedi di quei pendii dove nascono i vini dei due giovani che qui hanno deciso di costruire, con 𝗰𝗼𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 e 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲, il proprio futuro: al cospetto della mia curiosità trovo altrettanta disponibilità, per nulla scontata, nel voler raccontare se stessi ed i loro progetti.
Parlare è un bisogno, ascoltare è un’arte.
In compagnia di un calice di Friulano accompagnato da uno spuntino Maria Chiara mi racconta il loro primo incontro, all’università di Udine, facoltà di enologia: lei di formazione liceale con mille interessi, lui proveniente dall’istituto agrario ed un destino da viticoltore che parte da lontano. Sì, perchè maestre delle elementari ricordano ancora come Massimo, già in tenera età, avesse le idee piuttosto chiare su quale strada intraprendere da grande raccontando loro:
Un giorno produrrò il mio vino e le bottiglie porteranno il vostro nome!
L’essenza da agricoltore Massimo in fondo l’ha sempre avuta, basti pensare che all’esame di quinta presentò un inedito tema sull’agricoltura biologica quando questa non era di certo in voga come ora.
La famiglia nella quale è cresciuto non proviene da questo settore lavorativo quindi da lì in avanti curiosità, studio e sacrificio sono stati i cardini irrinunciabili della sua crescita: nessuna scorciatoia, nessun percorso privilegiato, solo tanta voglia di crescere e trovare la propria strada.
Terminati gli studi universitari Massimo alterna diverse esperienze lavorative in diverse cantine sparse tra Toscana, Umbria e Friuli: il suo viaggio lavorativo diventerà condiviso con Maria Chiara nel 2016 quando lei subentra come stagista, in un’azienda di Prepotto; qui i due, lavorando fianco a fianco comprendendo di poter fare grandi cose insieme. In vigna, ma soprattutto… nella vita.
Germoglia Tralci di vita.
Massimo è il motore tecnico ed operativo dell’azienda, Maria Chiara la migliore delle spalle possibili: nelle sue mani non solo la cura dell’identità aziendale ma quel ruolo di normalizzatrice, specie nelle difficoltà, che rafforza e tiene salda la progettualità di questa moderna coppia.
Vini eleganti e raffinati sono ora i figli di un connubbio fresco ed ambizioso che questi vignaioli hanno lanciato nel 2018: lo hanno fatto trasferendosi nella casa che ora è sede della loro azienda e partendo col rivitalizzare un antico vigneto ricavato nel bosco, affidato loro da un saggio artigiano locale di nome Maurizio.
Ad oggi 4 gli ettari vitati con ben 9 etichette prodotte: tutte le uve sono raccolte e selezionate a mano per produrre solo vini in purezza 100% varietali; significa che in bottiglia ci sono solo uve provenienti da un unico vitigno ed un’unica particella.
Sulla qualità niente compromessi.
Quasi 10.000 le bottiglie prodotte con vinificazione in acciaio per i bianchi (Tocai Friulano e Ribolla Gialla) e in legno per i rossi (Schioppettino, Refosco e Pignolo).
Brillante l’idea di assegnare ad ogni etichetta nomi che richiamano i diversi stati d’animo dell’uomo. Dal GENEROSO abbinato allo storico e ben radicato in loco Merlot, al FEDELE del Tocai Friulano potrete divertirvi nel trovare la vostra giusta empatia con il nettare degli Dei.
Tralci di vita… sicuramente vi seguiremo e grazie per l’ispirazione che ci offre la vostra storia!.
Mandi dal Friûl!
Post: Emanuele Ciot